Natale. La canzone.

C’è la luna sui tetti, c’è la notte per strada
le ragazze ritornano in tram
ci scommetto che nevica,
tra due giorni Natale
ci scommetto dal freddo che fa.

Il 23 dicembre è un giorno particolare. Dal punto di vista astronomico, è il primo giorno del Capricorno e per me che sono del Capricorno, è sempre un certo sollievo. Poi è inverno, ufficialmente dal 21 che è il solstizio, e questo significa che verrà pure un gran freddo, ma almeno le giornate iniziano ad allungarsi. Io la sera alle 4 del pomeriggio la patisco in tutto il corpo.
Da circa 15 anni, il 23 dicembre è anche il giorno in cui Federico mi scrive un messaggio, citando Natale di De Gregori.

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Il buco

Serve un anno per strappare e un anno per ricucire?
Questo pezzo ha un anno e parla di cose che erano già vecchie di un anno. In questi 12 mesi ho scrutato me stessa allo specchio, cercando di capire cosa fosse rimasto intorno al buco.

Le polpette non le sbaglio più e faccio le mani dai cinesi.
Ascolto quello che mi pare.

“Isn’t it strange? I am still me, you are still you, in the same place. Isn’t it strange how people can change? From strangers to friends, friends into lovers and strangers again.”

Il disco di Celeste comincia così. Il brano si chiama Strange ed è sostenuto praticamente solo dalla voce. La voce graffia, tira, esaspera. Come avesse pianto tutto quel che poteva.

Sono giorni che sento questo album in sottofondo, mentre cucino, mi vesto, sistemo un po’ in casa: mi rilassa. Non lo ascolto veramente, lo lascio suonare.

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Monica

Il lockdown della primavera del 2020 è stato una specie di naufragio per ciascuno di noi. Come degli sperduti Tom Hanks, in molti abbiamo cercato il nostro Wilson con cui interagire, solo per non impazzire. La mia è stata la Monica Vitti di Alessandro Baronciani. Dopo tutti questi mesi, mi ritrovo lontana e ne sento la mancanza.

Vedi Monica, le cose corrono e tu sei lì attaccata a quel muro. Oggi è esattamente un mese che non ci vediamo. Un mese fa era venerdì e al mattino presto ho chiuso lo zaino, messo la gatta nel trasportino e chiuso il gas. Avevo il sospetto e la sottile speranza che sarei stata via per più di un weekend.
La sera ero a cena con gli amici, sulle sponde natie, e, dato che eravamo più di sei persone, avevamo dovuto dividerci in due tavoli. Se ci penso mi sembra passata un’era geologica.

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Cara Catastrofe

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Il 14 ottobre 2010 vedeva la luce Cara Catastrofe, il primo singolo de Le Luci della Centrale Elettrica tratto dal secondo album, quello più difficile e quello che non passerà l’esame del tempo.
Per ora noi la chiameremo felicità era attesissimo: Vasco aveva aperto ad un linguaggio inedito, scarno e cruento, e tutti, non solo i detrattori, aspettavano di capire in che direzione lo avrebbe spinto.

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Pavlov

Ivan-Pavlov-1-1Nel 1904, il dott. Ivan Pavlov veniva insignito del Premio Nobel per la medicina.

Nell’autunno del 2010, la mia famiglia decideva di accettare le mie insistenze e adottava la gattina che da quasi un mese gironzolava nel nostro giardino, dandole il nome Mira, in onore di Madeleine Slade, detta Mirabehn, donna inglese, ambasciatrice, consigliera e intima amica del Mahatma.

Alla fine del luglio del 2019, mi accaparravo l’ultimo posto libero in un’auto incaricata di un transfer dall’Isola di Ortigia all’aeroporto Fontanarossa di Catania.

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Tutte le direzioni

Chiudo lo zaino, saluto tutti e vado. Oggi molto prima del solito.
In fondo è tutto uguale a sempre anche se è l’ultimo giorno. Il selfie alla specchiera delle scale, il saluto ai commessi in guardiola, la doppia porta per uscire.
In pochi passi Piazza del Parlamento e Via del Corso.

Roma. Continua a leggere

felice da fare schifo

felice da fare schifo lodo

03 Ottobre 2018, h. 10.35

Vasco Brondi annuncia la fine de Le Luci della Centrale Elettrica. Dopo 10 anni, il progetto ha esaurito il suo scopo e lui è pronto a fare altro, magari senza nascondere se stesso dietro un nome altisonante e plurale, chissà. Io alle Luci sono legata come ad un parente e ogni volta che incrocio Vasco mi rendo conto di non essere altrettanto legata a lui. A lui non sono affatto legata. Le Luci sono una di quelle poche cose che sento di ammirare come fan, in maniera pura e venerante, senza necessità di andare a vedere la persona che c’è sotto. Anche se è evidente, quella persona ha la mia età e ha fatto un percorso che è simile al mio, come molti trentenni smarriti che ora sono trentacinquenni rassegnati e rasserenati. Cioè, veramente non lo so se Vasco abbia fatto il mio stesso percorso, ma le sue canzoni hanno raccontato qualcosa di molto vicino a me per tutti questi 8 anni in cui la sua musica mi è stata accanto. Otto, sì, non dieci, non per me.  Continua a leggere

Imprinting

Quando sono entrata per la prima volta in un’aula di Giurisprudenza era la fine di settembre del 2001. Nel giro dello stesso anno avevo preso la patente e la maturità e ora cominciavo l’università. Con il culo che mi ha contraddistinto, dopo essere stata la prima ad affrontare l’esame di stato in tutte le materie, in 100esimi e con i commissari esterni, ero anche tra le prime ad affrontare la riforma universitaria del 3+2.

Per laurearmi al triennio avrei dovuto dare 35 esami, gli stessi che servivano per la vecchia laurea, gomito a gomito con gli studenti del vecchio ordinamento che il più delle volte avevano il nostro stesso programma. È quello che succede quando provi a dire alla più retrograda tra le classi di docenti che deve evolvere e deve snellire un corso di laurea che è uguale a se stesso dal ventennio. Ad oggi, per capirci, non esiste più il 3+2 a legge, ci si laurea one shot in 5 anni. Continua a leggere

Tavolo per uno

Porta Palazzo divide il Quadrilatero e Borgo Dora. In pratica il centro storico radical chic e il quartiere multietnico per eccellenza. La stessa Porta Palazzo parla tutte le lingue del mondo.

I vicoletti lì intorno sono pieni di ristoranti minuscoli. Due stanze, tavolini pieghevoli e tovaglie di carta dalle fantasie ricercate. Una filosofia del cibo fintamente cheap ma realmente genuina: menu corti, piatti semplici e buoni ingredienti. Spendi il giusto e mangi buono.

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