Tisana e Tinder (Sesso e Internet, Parte III)

– No. No. Tette. Ancora tette. Ma che diamine, altre tette!

Anna non ha ben chiara la situazione, quando rientra in casa e trova Silvia sul divano, un bicchiere di tè freddo sul tavolino e lo schermo dello smartphone come unico destinatario del suo imprecare.

Una scena strana, soprattutto per l’audio.

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Sexting, no regretting (Sesso e Internet, parte II)

Sabato sera, l’una e mezza e sono stanca come fossero le quattro. Sarà che siamo fuori dalle otto e che, tanto per cambiare, abbiamo bevuto troppo. O sarà che ‘sta festa hipster è una chiavica. Solita intellettualata, in posto rivalutato, con installazione concettuale e DJ scarso. Trenta persone di cui venti uomini, equamente divisi in sballati e nerd. Nessuno in grado di apprezzare le mie calze ricamate.

Ora che ci penso siamo dietro casa di Coso, là. Fammi scrivere, magari ci scappa un diversivo.

Sì ma. non da solo.

Sei in zona?

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Il buco

Serve un anno per strappare e un anno per ricucire?
Questo pezzo ha un anno e parla di cose che erano già vecchie di un anno. In questi 12 mesi ho scrutato me stessa allo specchio, cercando di capire cosa fosse rimasto intorno al buco.

Le polpette non le sbaglio più e faccio le mani dai cinesi.
Ascolto quello che mi pare.

“Isn’t it strange? I am still me, you are still you, in the same place. Isn’t it strange how people can change? From strangers to friends, friends into lovers and strangers again.”

Il disco di Celeste comincia così. Il brano si chiama Strange ed è sostenuto praticamente solo dalla voce. La voce graffia, tira, esaspera. Come avesse pianto tutto quel che poteva.

Sono giorni che sento questo album in sottofondo, mentre cucino, mi vesto, sistemo un po’ in casa: mi rilassa. Non lo ascolto veramente, lo lascio suonare.

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Piatti spaiati #1

piatti spaiatiClick
Chiudo il PC non appena inviata l’ultima mail della giornata, quella a mamma. Viviamo ad appena 30 km l’una dall’altra, abbiamo i cellulari, lei ha anche un telefono fisso, eppure ci riesce molto meglio scriverci. Almeno su quegli argomenti che esulano dal menu della cena e dalla salute dei gatti. È come se fossimo incapaci di evitare di sbranarci su tutto il resto, perciò ci scriviamo.
Questa è la mail del lunedì, quella in cui le spiego quanto sia stato difficile l’ennesimo weekend senza di lui. Ma anche quella in cui le racconto dei suoi sms dalle peggiori bettole del Paese, nel cuore della notte.
“Che secondo me le stelle stasera sono a basso consumo, non si sprecano
Questo è quello di venerdì, da Agrigento. O forse Trapani, non me lo ricordo. Me lo aveva detto al telefono poche ore prima ma quando ho letto il messaggio stavo rientrando dalla serata con le ragazze e non me lo ricordavo più.

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Piatti spaiati #2

piatti spaiati #1piatti spaiatiIl weekend rubato al tour è un evento rarissimo. Il mattino dopo scopro che ha fatto programmi: anche lui non vede l’ora.
– Ho portato dei vini buonissimi e magari potremmo invitare un po’ di gente a cena. Magari cucino io.
Sì. Mille volte sì. Musica di sottofondo, vino in quantità e buon cibo: le mie serate preferite. E in più di solito non ho le sue gambe su cui sedermi quando ci si sposta sul divano.
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Piatti spaiati #3

piatti spaiati #2piatti spaiatiAccendo una sigaretta e bevo del vino, più o meno all’unisono. La mente che rotea vorticosa alla ricerca della risposta: perché?
Perché sono così arrabbiata, perché quell’uomo di là è riuscito a ferirmi così, perché parlare di piatti e lavatrici, perché parlare di matrimonio così spesso, perché infierire… perché?
Di là la musica si è alzata e le voci hanno ripreso a fluire: Katia o lui, chi varcherà la porta?
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