Ieri io e Fiosky siamo andate alla manifestazione in favore delle unioni civili al Pantheon. Ci saremmo andate comunque, in più lei doveva anche fare copertura per la testata online per cui lavora. Abbiamo mangiato della pizza per poi prendere la metro. Prima, a casa sua, avevo dato un nuovo scopo alla mia collezione di rossetti, disegnandomi il cuore rosso simbolo della manifestazione, quello de Lo stesso sì, per l’eguaglianza matrimoniale. Quello in cui credo, appunto. Continua a leggere
Archivi categoria: Polis
riconoscersi
C’era una volta una studentessa in jeans e camicetta che vagava per i corridoi della Facoltà di legge. Non sapeva bene chi fosse ma iniziava a credere di sapere cosa non volesse essere: una che studia solo il libro.
Sembra un inizio banale e di certo lo è. Ci sono montagne di film adolescenziali che iniziano così e finiscono con un limone plateale. Questo film no, questo film non ha una fine. Continua a leggere
Mondo non ti temo. Roma ti amo.
Lo scorso weekend sono tornata a casa dai miei. Quando inizia ad essere giugno, tornare alla città di mare da cui vengo, significa fare la ceretta prima di partire e controllare che in valigia ci sia l’unica cosa fondamentale: il costume. Al resto posso pensare là, in quella che per molti versi sarà sempre casa mia.
Tra le cose che risolvo a poco c’è la faccenda mani e piedi. Basta un messaggio il giorno prima e ho un appuntamento fissato dalla mia amata colombiana. Questa volta mi è andata male: la colombiana (che ha un nome ma me lo tengo per me) ha cambiato città per i mesi estivi e farà tutt’altro lavoro. Ero nei guai. Continua a leggere
tutto è perdonato
stamattina sono uscita prima di casa, non di molto, ma un po’ prima. avevo addosso una strana frenesia, un non so ché di voglia.
oggi c’era da comperare Internazionale con il raccontone di Zerocalcare del viaggio umanitario a Kobane, a sostegno della resistenza kurda. Continua a leggere
P&M
ho imparato una cosa che mi porto dietro e che ha deciso quella che sono: la famiglia è divertente, deve esserlo.
perché quando scegli la persona con cui passerai il resto della tua vita sceglila perché ti fa ridere, perché non vedi l’ora di tornare da lei, perché non c’è niente di più bello del fare cose belle insieme.
scegli qualcuno del cui consiglio ti fidi, qualcuno della cui felicità ti senti un po’ responsabile ogni giorno.
scegli qualcuno che sia bello sorprendere, per cui valga la pena migliorarti. Continua a leggere
il cassetto IMPREVISTI – tornare in ufficio senza passare dal VIA
Diciamocelo: la walk of shame della domenica mattina ormai è un dramma solo se vivi con mamma e papà. Altrimenti basta calibrare il rientro a casa con l’orario in cui i tuoi vicini sono a pranzo e il più è fatto. Il vero pericolo per la dignità e la professionalità è la serata improvvisata all’uscita dell’ufficio, quella “massì, dai, facciamoci una bevutina!” e ti ritrovi incosciente su un divano all’altro capo della città, che di tornare a casa non se ne parla a meno di non avere una scandalosa linea di credito per pagare un taxi.
In gergo Monopoli: “Torna in ufficio senza passare dal VIA“
Chi state difendendo?
29 luglio, Roma. è un caldo torrido, una di quelle giornate che fuori dagli uffici condizionati davvero non lo sai come si possa: l’aria non si muove.
Usciamo per pranzo, i soliti 3, la solita cricca di intellettuali (o aspiranti tali) medio giovani e semi credibili. Manfri sfila la giacca non appena tocca Piazza San Silvestro, Dani mantiene impassibile il look d’ordinanza. Io ancheggio paperina in ballerine.
Arrivati a Piazza Colonna la troviamo transennata.
Ancora.
Mostriamo i tesserini e passiamo incuranti. Diciamo cazzate. Le diciamo sempre. Continua a leggere
la felicità, all’improvviso
ci sono le volte in cui pensi che in fondo sia tutto inutile. quelle volte in cui il tuo arrancare costantemente alla ricerca di una qualsiasi risposta esterna va a sbattere contro l’ennesimo, invalicabile muro. ci sono state anche per me, a migliaia a dire il vero.
il bello della Vita è che somiglia molto al bastardo di cui ti sei innamorata: ti tratta di merda, non ti chiama mai e ti ignora, ma basta una sola telefonata per far sì che tu gli perdoni tutte le angherie passate e inizi a prefigurare il vostro zuccherosissimo futuro insieme.
STRONZA.
giri di perle
Quando era più giovane era di destra. Al di là del fatto che lo avesse in un certo senso ereditato, un motivo c’era: era borghese. Non che ora non lo fosse, ma all’età in cui avrebbe dovuto scegliere se credere o meno nella borghesia lei ci aveva creduto. Con tutta se stessa.
Il suo stato borghese era una conquista. Un traguardo sudato e perseguito con forza dalla sua famiglia. I suoi genitori, di cui era sempre stata tremendamente fiera, si erano rimboccati le maniche, si erano conquistati una fetta di Benessere con sudore e sacrifici e glielo avevano offerto come caldo giaciglio da tramandare ai posteri.
Avevano seguito le regole e il mondo aveva risposto come previsto. Non era stato necessario dubitarne. Continua a leggere
sliding doors
5anni fa avevo una scelta.non mi avrebbe salvata nè resa felice. Sarebbe stata tutta un’altra infelicità,quello sì. youtu.be/xETmNkoMFW4
— Cioppy (@CioppyC) March 25, 2013
Esattamente cinque anni fa ero in Australia. La definitiva partenza della mia vita adulta si è svolta lì, a 12 fusi orari da casa, su una Hunday Accent a noleggio. Continua a leggere