SVEGLIATITALIA ma svegliati davvero!

rosi

Ieri io e Fiosky siamo andate alla manifestazione in favore delle unioni civili al Pantheon. Ci saremmo andate comunque, in più lei doveva anche fare copertura per la testata online per cui lavora. Abbiamo mangiato della pizza per poi prendere la metro. Prima, a casa sua, avevo dato un nuovo scopo alla mia collezione di rossetti, disegnandomi il cuore rosso simbolo della manifestazione, quello de Lo stesso sì, per l’eguaglianza matrimoniale. Quello in cui credo, appunto.
Credo di esser stata l’unica ad avere avuto questa idea, perché poi diverse persone mi hanno fotografata in piazza. Non lo avevo previsto.

foto di Matteo Nardone

foto di Matteo Nardone

Prima di arrivare ci siamo fermate a prendere un caffè. C’è un posto piccino vicino ai Palazzi che lo fa proprio buono. Era deserto e, mentre il ragazzo ci faceva i caffè, il gestore mi ha chiesto il perché di quel cuore. “Perché c’è la manifestazione per le unioni civili al Pantheon, oggi. Stiamo andando lì.
A quel punto, il poverello ha cambiato espressione e ha iniziato a scrutarci. Non c’era una sola punta di disprezzo nel suo sguardo, era curioso e stupito, sembrava stesse pensando cose tipo “Ah, ecco, allora sono fatte così…“. Mentre pagavo, con un moto di coraggio, ci ha guardato radioso e ci ha detto “Comunque siete proprio carine, ve lo devo dire!“. Avevamo improvvisamente dato nuovo significato all’abituale Compagna Fiosky.

santa marinella

No, perché, il fatto è che io e Fiosky non stiamo insieme. Siamo quelle del treno per il mare al sabato mattina con l’hangover ancora addosso e dei supplì mangiati con gli occhiali da sole incollati al naso. Siamo quelle del sushi e sigarette il lunedì sera a ricordarci a vicenda che, in find dei conti, siamo delle fighe e non ci dobbiamo far prendere dal panico. Siamo anche la Premiata Ditta Fiosky&Cioppy, come qualche barista del Pigneto ama chiamarci, più che altro per la nostra capacità di catalizzare la sua attenzione e farlo bere insieme a noi. Siamo quelle per cui una mostra all’altra il tipo nuovo, già da facebook, già da prima, già dai “questo mi scrive“.
Ah, sì, perché io e Fisoky siamo etero e siamo identiche a tante altre coppie di amiche che condividono idee, passioni, delusioni, momenti speciali e quotidianità più spicciola.

fiosky sardegna

Io tutto questo lo avrei voluto dire al barista, ieri. Non che meritasse di essere sgridato, figuriamoci: il solo incontro con due presunte lesbiche lo aveva aperto ad un mondo misterioso permettendogli di scoprire quanto fosse carino. Più che altro per spiegargli che non serve essere direttamente interessati ad una serie di diritti per chiederne a gran voce l’approvazione.

Ieri in piazza c’erano famiglie catalogabili come tradizionali, ossia con genitori eterosessuali e dei bambini pienamente tutelati dalla legge italiana. Famiglie che non avrebbero nulla da pretendere per se stesse. Mamma e Papà, se e quando lo vorranno, metteranno un vestito carino e andranno dal sindaco a dire “Sì, lo voglio“. La questione sarà finita lì e lo Stato farà discendere da quel gesto una lunga serie di diritti e doveri reciproci, modificando gli assetti ereditari, smuovendo l’ordine delle priorità per ciascun coniuge, come una sorta di parola magica che innesca una catena senza fine di conseguenze giuridiche. Da un semplice Sì, lo voglio, Mamma e Papà diverranno una cosa nuova con dei poteri nuovi di fronte allo Stato.

comunista famigliaEcco, quelle famiglie magari avrebbero bisogno di asili nido e scuole materne pubbliche, di scuolabus efficienti, di scuole pubbliche con insegnanti capaci ed entusiasti, di mense scolastiche, di palestre pubbliche, assistenza sanitaria più efficiente,… ma anche di potersi prendere un giorno di permesso per un’influenza dei figli senza paura di dover subire conseguenze. Pensiamo persino che potrebbero volere delle università pubbliche di livello e della certezza di potersi permettere, un giorno, di far studiare i propri figli. E allora cosa cavolo ci facevano a manifestare per le coppie gay?! Chiedevano a gran voce che i compagni di scuola dei loro figli avessero gli stessi diritti.

E io e Fiosky, che ci facevamo? Siamo single, ci piacciono i ragazzi, siamo entrambe diversamente precarie, siamo fuorisede senza assistenza sanitaria,… Ci avanzava una protesta?

Il punto è che non evolveremo mai se non ci renderemo conto che ogni volta che lo Stato nicchia di fronte ad un suo dovere, fa mancare qualcosa a tutti. Ogni volta che uno Stato è più civile, ne guadagnano tutti. E quando i figli degli etero divideranno il banco con i figli dei gay, quelli degli immigrati e quelli adottati, non saranno meno figli dei loro genitori, saranno solo bambini che conoscono realtà nuove. E forse, perché mi piace sognare, sarà la volta in cui i bulli della scuola saranno degli sfigati. SVEGLIATITALIA.

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