Piatti spaiati #3

piatti spaiati #2piatti spaiatiAccendo una sigaretta e bevo del vino, più o meno all’unisono. La mente che rotea vorticosa alla ricerca della risposta: perché?
Perché sono così arrabbiata, perché quell’uomo di là è riuscito a ferirmi così, perché parlare di piatti e lavatrici, perché parlare di matrimonio così spesso, perché infierire… perché?
Di là la musica si è alzata e le voci hanno ripreso a fluire: Katia o lui, chi varcherà la porta?
È lui. Mi guarda paziente. Mi scruta. Potrebbe fare tutte le domande del mondo ma non le fa, mi guarda e basta. Si versa anche da bere senza abbassare lo sguardo.

– Sai perché ti amo? – spiego – Ti amo perché sei appassionato e testardo. Sei la persona che conosco che in assoluto crede con più forza alle sue idee. Tu sei un mastino per ciò in cui credi, non esiste compromesso, non c’è scusante… per le tue idee sei inflessibile, un maledetto integralista! Qualcuno direbbe che è difficile condividere la vita con te, ma sai a me non pesa, perché ti amo. Tu sei davvero convinto di poter vivere senza nessuno, ma da quando vivo con te sei più felice. E non lo nascondi, perché sei trasparente in tutto ed anche in questo. Siamo perfetti io e te, nella nostra indipendenza. Ci accettiamo per quello che siamo, ci vediamo dentro, senza troppe strategie. Io sono appassionata, inconcludente, romantica e ingorda. Tu sei integralista ai limiti del calvinismo, riduci la vita all’osso, ti nutri solo delle tue passioni e sei onesto. Con te e con chi ti circonda. Onesto con me, che non hai mai giocato a fregarmi. Ti ho accettato 3 anni fa quando mi hai regalato le chiavi di casa. Ok. Sei tutto questo ed è così che ti amo.-
– Qual è il problema, allora?
– Il problema, stronzo superficiale che non sei altro, è che tu non credi nel matrimonio! E non è un non crederci superficiale, così, en passant, come potrebbe essere per chiunque altro, no! Il tuo non credere in qualcosa arriva quasi ad avere la natura della crociata, ti schieri con una forza invereconda contro un anello ed una promessa. E mi va bene. Il mio nome è sul campanello, la gatta è la benvenuta e forse un giorno avremo dei figli, perché ai figli credi. Questo non ti qualifica come un mostro, sei solo uno che ha delle idee molto forti. Ok! Io credo nell’arte e nel rimmel, tu credi nella convivenza. Alterniamo teatro e concerti, possiamo anche trovare un compromesso sul resto e così abbiamo fatto. Poi te ne esci con la frase a sorpresa: sposiamoci per la lavatrice. Hai idea di quanto sia offensivo? Cos’è? Uno scherzo? Scherzi su una cosa in cui credo fortemente, fammi capire? Dov’è la tua sensibilità?
– E se ti sbagliassi?
– Saresti uno stronzo che rinuncia alle sue idee per la lista nozze. Preferisco pensarti come un maldestro che si farà perdonare.
Sforno il pesce e torno agli ospiti: perché io sono lì, in ogni caso. Katia mi porge un bicchiere ghiacciato, mi bacia e mi aggiusta i capelli.
– Siediti, mangia il baccalà che è meraviglioso. Faccio io i piatti.
Mi passerà. Mi passa sempre. Che mi piaccia o no stare con lui è sempre meglio dello stare senza.

Il mattino dopo arriva dalle tempie, che in certe serate si beve e si fuma sempre un po’ troppo. Nel letto son sola. Fuori c’è una luce spettacolare, sarà già in giardino a suonare. Barcollo fino in bagno. Sullo specchio una scritta con il rossetto.
Che non tutte le idee escono col buco
Adoro i suoi modi di espiare, anche quando passano per il mio rossetto ultra lusso. Mi infilo sotto la doccia per direttissima, che non esiste redenzione migliore.
In cucina la moka è sul fornello. È una cosa che fa sempre, anche quando torna di notte: mi riempie la moka e la lascia lì ad attendermi. Di fianco un pezzo di scottex scarabocchiato:
Che non tutte le ciambelle meritano di essere difese
Deve sentirsi davvero colpevole…
Accendo il fornello ed apro il frigo. Rimango di gesso, con il fresco che mi bacia le guance e gli occhi che mi brillano. Di fronte ai miei yogurt c’è un anello che mi guarda, ben riposto nel suo scrigno di velluto.

– Che sei l’unica idea per cui mi butterei nel fuoco. – è la sua voce che sbuca dalle scale – Che sei una stronza e farti capire le cose è dannatamente difficile. Che ti amo. Che non potrei volere nient’altro. Sposami.
– Sì, ma niente lista nozze, ok?

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