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Chiudo il PC non appena inviata l’ultima mail della giornata, quella a mamma. Viviamo ad appena 30 km l’una dall’altra, abbiamo i cellulari, lei ha anche un telefono fisso, eppure ci riesce molto meglio scriverci. Almeno su quegli argomenti che esulano dal menu della cena e dalla salute dei gatti. È come se fossimo incapaci di evitare di sbranarci su tutto il resto, perciò ci scriviamo.
Questa è la mail del lunedì, quella in cui le spiego quanto sia stato difficile l’ennesimo weekend senza di lui. Ma anche quella in cui le racconto dei suoi sms dalle peggiori bettole del Paese, nel cuore della notte.
“Che secondo me le stelle stasera sono a basso consumo, non si sprecano”
Questo è quello di venerdì, da Agrigento. O forse Trapani, non me lo ricordo. Me lo aveva detto al telefono poche ore prima ma quando ho letto il messaggio stavo rientrando dalla serata con le ragazze e non me lo ricordavo più.
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Piatti spaiati #2
piatti spaiati #1
Il weekend rubato al tour è un evento rarissimo. Il mattino dopo scopro che ha fatto programmi: anche lui non vede l’ora.
– Ho portato dei vini buonissimi e magari potremmo invitare un po’ di gente a cena. Magari cucino io.
Sì. Mille volte sì. Musica di sottofondo, vino in quantità e buon cibo: le mie serate preferite. E in più di solito non ho le sue gambe su cui sedermi quando ci si sposta sul divano.
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Piatti spaiati #3
piatti spaiati #2
Accendo una sigaretta e bevo del vino, più o meno all’unisono. La mente che rotea vorticosa alla ricerca della risposta: perché?
Perché sono così arrabbiata, perché quell’uomo di là è riuscito a ferirmi così, perché parlare di piatti e lavatrici, perché parlare di matrimonio così spesso, perché infierire… perché?
Di là la musica si è alzata e le voci hanno ripreso a fluire: Katia o lui, chi varcherà la porta?
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