Ci sono cose che hanno l’effetto di una flebo di energia sulle mie stanche membra. Per esempio Bologna, le gite, i concerti con gli amici e i concerti degli amici.
Facile capire con quanto entusiasmo mi sia lanciata al seguito dei miei amati i Camillas (la i non è opzionale, gente, è fondamentale, è un tributo al beat italiano anni ’60!) per una gita infrasettimanale nella bella, aristocratica, sveglia e benpensante Bologna dei miei sogni.
Così eccomi lì, ore 14 e zerozero al casello di Pesaro, caricata sul sedile posteriore della RubenMobile, proprio affianco ai giocattoli di Zagor. Oggi i Camillas sperimentano i mezzi di trasporto: auto fino a Rimini (perchè Trenitalia si dimentica di Pesaro sempre più spesso), poi treno fino a Bologna e autobus a zonzo per la città. Il programma prevede un’intervista e un mini live ai microfoni di Radio Città Fujiko e un concerto sotto vetro al Cafè Rubik. Ma andiamo con ordine.
Zagor ha il giubbotto di pelle 4stagioni che lo contraddistingue ma, a testimoniare l’inequivocabile arrivo della bella stagione, ha le havaianas ai piedi: è credibile come l’ebreo nazi di TheBeliever. Ha visto Report recentemente e quindi intrattiene una battaglia senza esclusione di colpi all’aspartame. Ruben compra solo cose con l’aspartame. L’acquisto delle cingomme richiede più tempo del previsto.
Il treno parte e scopro dell’esistenza di un poema dialettale in pentametri giambici dal titolo Cigulin che Ruben sta componendo. Il ruolo di Cigulin come catalizzatore di tutti i mali della vita e della società in questo grottesco poema dell’assurdo è strabiliante, ma siccome spero che veda la luce un giorno non dico altro. Nel mentre Zagor teorizza di chiamare un suo ipotetico bar ASPARTAME. Votiamo per asBARtame che ci sembra più appropriato. Nel mentre, pare che il passaggio fino a Radio Città Fujiko non ce lo darà l’atc bensì un amico avvocato. “Evvai! Siamo pari! 2 a 2!” Non faccio in tempo a pensarlo che già scopro che Andrea è anche trombonista della Banda Roncati e allora sono di nuovo in minoranza, di quelle minoranze in cui mi ci trovo come un bambino coccolato da troppi adulti.
Arrivati a Radio Città Fujiko inizia lo show camillo per Pandemonium (andrà in onda domani alle 15:00). Mariagrazia è di Pordenone, i Camillas sono di Pordenone, se vuoi puoi essere anche tu di Pordenone. Questo è il tenore di una normalissima intervista camilla, perchè perdervela? Oltretutto Ruben e Zagor si sentono liberi di dire quel che vogliono, si sono presentati con i loro avvocati, uno a testa, perchè la faccenda dell’aspartame sta creando pericolose frizioni. Nel mentre c’è anche l’occasione per ascoltare qualche brano live, in una veste scarna ed acustica ma non meno perfetta. Non ci credi? Senti qua:
Ora è la volta del cazzeggio più puro. Andrea, che bontà sua ha un lavoro, ci lascia al Rubik, in balia degli spritz. Io avrei fame ma fino a che ci sono gli stucchini c’è speranza. Zagor ha già decretato che la giornata è perfetta così, che potrebbe anche finire, tanto siamo stati bene. Ma non è mica finita qui! Ad attenderli c’è Musica Sigillata, ovvero una minuscola vetrina dentro cui farsi rinchiudere e suonare per l’assetato pubblico sul marciapiede.
3,2,1: VIA! Si chiude la porta del locale e inizia la magia. Il marciapiede è affollatissimo, le ragazze del Rubik vendono birre come aranciate. Affianco a me Matteo Romagnoli, patron di Garrincha e timoniere di quella strana e multiforme caravella che è Lo Stato Sociale. I regaz arrivano alla spicciolata, non si sa se per la sete o per la voglia di vedere i loro zii sotto vetro. Checco in prima fila rischia la sincope da quanto ride (sappiatelo, se essere Camillas è una cosa che ti viene da dentro, Checco è di Pordenone senza alcun dubbio). Alla fine l’amore vince tutte le barriere e Zagor non resiste, esce dalla vetrina e va a sedersi tra i suoi fratelli.
Il concerto dura un tempo sconfinato e dopo è solo amore all’ennesima potenza. Ci sono i regaz, bellissimi, reduci dalla Sardegna e dall’incontro con i Nobraino, c’è Bob Corn da salutare, c’è la mia dolcissima Vero. Troppi amici, per questo non salvo la vita a nessuno e sul più bello scappo via, Livia fino al midollo, trascinata dai miei adorati compagni di viaggio, che nel mentre mi hanno anche regalato il loro bellissimo disco (lo hanno deciso all’unanimità, senza ricorrere ai rispettivi legali, che teneri!).
Giusto il tempo di ricordarci che abbiamo fame, mandare Zagor da Altero e siamo già sull’Intercity notturno Milano-Lecce, tra effluvi di kebab e passeggeri addormentati sotto gli occhiali da sole nerissimi. Ceniamo e poi Ruben mi spiega perchè finisco sempre per innamorarmi del primo cretino che, pur essendo palesemente un cretino, ha l’indiscusso pregio di sapermi dire esattamente le cose che mi serve sentire.
“Certo, è la Legge del Koala. Il koala, di per sè è un animale orribile, cattivo e inutile. Però lo vedi in braccio, che mangia la foglia,.. allora tutti fanno: Oh che carino! E invece no, non è carino.”
“Quindi, io penso che sia l’uomo della mia vita e invece…”
“…e invece è un KOALA!“
Grazie Ruben e Zagor, sono un po’ di Pordenone anche io, ora.
meglio delle lacrime che scorrono sotto la pioggia, senza fermarsi mai. E le dita dei piedi che sembrano sudate come maratone.
ruben approva ogni sincope e lettera.
*__*
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