(solo) una storia di gatti

Stamattina Mira, la mia gatta, mi ha chiesto di uscire in giardino mentre facevo colazione. Poco dopo l’ho trovata appollaiata sotto la finestra, chiusa a palla che aspettava di essere fatta rientrare.

Aprendole la porta mi sono accorta del Gattone che gironzolava dall’altro lato del giardino. Sono uscita in mutande per scacciarlo.

PUSSA VIA! GUAI A TE SE TI PRENDO! SPARISCI!

Più di un anno fa è comparso nel piazzale davanti casa, un bel gatto europeo, metà bianco e metà tigrato. Testa grande, naso rosa e occhi chiari, 8 chili di Gattone. In breve tempo è diventato il Randagio.

Di lui sappiamo davvero poco.
In un primo momento si diceva che fosse stato scacciato da una casa del vicinato. Pare fosse il gatto di una giovane coppia che se ne era liberata dopo che lei, la STRONZA, era rimasta incinta. Questa storia aveva naturalmente mosso della gran compassione in casa mia.

Il problema è che il Randagio e Mira non sono mai andati d’accordo. Insomma, in un primo momento sembrava che Mira fosse la solita principessa, la gatta scontrosa di sempre, quella che “Questa è casa mia, levati un po’!

La verità è che dove mangia Mira potrebbe mangiare anche il Randagio. Anzi, a ben vedere, è un gatto di una tale prestanza che ci farebbe anche comodo. Bello, grande, alto, con delle fauci vere adatte a cacciare i topi, che insomma, abitiamo pur sempre in collina.

Mira, invece, è una persiana che sfiora i 4 chili. Pelosissima e tanto dolce, certo, ma ha la bocca piccolissima, ci caccia a malapena le lucertole, il pelo le si annoda in continuazione e ha un occhio mezzo cieco, dopo che qualche anno fa è tornata a casa che lo aveva fuori dall’orbita: è stata una lunga convalescenza ma, con molte cure e attenzioni, mamma è riuscita a salvarglielo e ora pare che ci veda persino.

Con il passare del tempo il Randagio si è stabilito nel piazzale davanti casa. La signora pugliese che viene da noi al pomeriggio gli ha portato delle ciotole e la figlia della vicina le riempie regolarmente. Ogni volta che un’auto parcheggia, lui compare. In estate ci si sdraia sotto, all’ombra, in inverno si appallottola sul cofano, per prendere il caldo del motore prima che si raffreddi. I primi tempi, quando tornavo a casa e scendevo dalla macchina lui mi veniva incontro e mi guardava con gli occhioni di chi ha tanto amore da dare e bisogno di aiuto. La cosa mi straziava il cuore.

Poco alla volta il Randagio ha preso confidenza con il quartiere e pare aver eletto il mio giardino a suo terreno prediletto. Non fatico a crederlo, quelli che abitano di fronte hanno due bernesi in giardino, un’area decisamente inospitale.

La cosa non dispiace molto a mamma: il lotto invenduto affianco al nostro è tremendamente incolto e ci proliferano le bisce e qualche topo. Un gatto alfa non può far male.

Il problema è Mira.
All’inizio credevamo fosse solo particolarmente territoriale, un po’ la prendevamo in giro e un po’ allontanavamo il Gattone, prendendone le parti. Poi ci siamo accorti che era più di questo.

Mira è terrorizzata dal Randagio. Lui non ha nessuna paura ad avvicinarla e ogni volta sono strilla e ciuffi di pelo che volano. Spesso la piccola ne ha talmente tanta paura da farsi la pipì addosso, lì sul posto: rimane impietrita, nella pozza della sua stessa pipì, miagolando il più cruentemente possibile mentre aspetta che qualche umano di casa esca ad aiutarla. Poi passa la giornata in casa, rintanata sotto il divano, umiliata e terrorizzata.

È così che il Gattone è diventato il Randagio. Anche la storia della padrona incinta è crollata. Pare che la sua vera padrona sia venuta a riprenderselo più volte ma che lui voglia restare lì dov’è, nel piazzale, razzolando libero nel nostro giardino.

LO STRONZO. Ci credo, fa quello che gli pare, qui!

In realtà nessuno di noi sa chi sia la sua vera padrona, né se sia una che vive in un sottoscala buio che lo teneva incastrato in 4 mura, senza la possibilità di muoversi. Se fossi un animale preferirei condizioni di vita meno agiate ma maggiore libertà di spostamento, ecco.
(Che in effetti è quello che ho scelto, se ci penso)

Poi c’è Mira. In realtà anche lei è una randagia, solo ora si è imborghesita. È comparsa alla fine di ottobre di 7 anni fa, in quel giardino che non era di nessuno. Denutrita e spelacchiata, nessuno sa davvero da dove venga. Visto il terrore per le scarpe ingombranti, potremmo credere che sia stata presa a scarpate ma la verità è che Mira è un gatto di razza che è arrivato già sterilizzato. La verità è che è scappata da un posto in cui aveva delle cure ma non sappiamo nulla. Una delle teorie è che sia scappata da una colonia felina della zona. Un posto in cui aveva cibo e compagnia in abbondanza ma nessuna delle due cose risponde ai suoi gusti.

Ora Mira vive in libertà durante i mesi estivi, razzola liberamente il giardino e il lotto vicino, caccia lucertole e schiaccia lunghissimi pisolini sotto le siepi. La sera torna a casa e decide dove andare ad acciambellarsi. È la padrona di casa, ormai.

Riceve cure, croccantini di marca e un boccone di mousse ogni sera. Se si concentra molto, si merita anche un pezzetto di tonno o di mortadella quando qualcuno ne mangia. Ha alle spalle una storia di fame e stenti ma nessuno la sa e lei l’ha praticamente dimenticata.

Il gattone continua a stare nel piazzale davanti casa e a entrare in giardino appena può. Nessuno sa bene perché lo faccia. È un animale e dubito conosca la competizione fine a se stessa, tanto più per un gatto sterilizzato e di sesso opposto. Di certo anche la galanteria non gli appartiene.

La figlia della vicina continua a coccolarlo, forse nella frustrazione di non avere un giardino in cui ospitarlo per sempre.

Da qualunque lato la si guardi, questa storia, c’è qualcuno che sembra più prepotente di un altro. Io la soluzione non ce l’ho. Per come l’ho vista io, in questi mesi, mentre mi scorreva sotto gli occhi, è soltanto una storia di gatti.

Ci ho messo mesi a capire cosa mi stava raccontando davvero questa storia di gatti. Ancora non sono nemmeno certa di averlo capito.

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