Road to Dreams 

Oggi è “il giorno, quel giorno”. Così lo ha chiamato la segreteria della scuola, nella email della settimana scorsa. Lì per lì l’ho trovato un po’ retorico, dai, quasi presuntuoso.
Però, in effetti, oggi è il giorno in cui comincio una cosa che è tutta per me, calibrata sui miei sogni più che sull’utilità che potrò trarne. Oggi è quantomeno un giorno inedito.
Sono emozionata? Sì, mi pare di sì. Anche perché non si spiegherebbe il mio non dormire stanotte.
È un momento importante? Direi di sì, perché altrimenti come si giustifica l’inanellarsi di MAI UNA GIOIA collezionati stamattina?

Perché è così che va: tu provi a rompere un cerchio e alla fine forse ci riesci anche, ma non prima di esserci inciampata dentro ed essere caduta a faccia in avanti. Solo allora il cerchio si romperà. Sulla tua testa.

Ma io no, sottovaluto le circostanze e parto per Torino in un giorno di sciopero con la leggerezza con cui andrei a fare shopping da H&M dietro casa.
Sveglia inspiegabilmente dalle 5, decido di lavarmi i capelli già che ci sono. Faccio tutto con infinita calma. Faccio colazione. Mi vesto caruccia. Chiudo la valigia e prendo la metro.
Il treno è alle 7:55, sono le 7:33 posso farcela. Sarei potuta uscire prima, in effetti.

A San Giovanni mi viene il dubbio perché sto treno è gonfio di gente e oltretutto va piano.
Perché ricordiamolo, oggi c’è sciopero.
A Manzoni apro il cellulare e controllo il calendario. Per la prima volta guardando un dato oltre l’orario del treno.
Sono le 7:45, sono a due fermate da Termini e il mio treno parte alle 7:55. Andrebbe tutto benino se non fosse che parte DA TIBURTINA.

Realizzo in un lampo di averlo perso.
Elaboro il lutto.
Cerco una soluzione.
L’Italo successivo arriva a corso iniziato, non va bene.
Trenitalia.
Alle 8:00.
90 euro.
I mortacci vostri.
Pure i miei.
Lo compro sulle scale, tanto so il numero della prepagata a memoria ormai.

Mi arriva la mail.
Carrozza 8.
Mai una gioia.
Mai mai mai.
Corro a cannone lungo il binario, passo attraverso tuuutte le nuvole delle ultime sigarette fumate in pizzo alla carrozza, arrivo in fondo al treno, salgo.
Oh, almeno ho il corridoio.

Il mio posto è occupato dalla borsa della mia vicina.
Mi scusi” sospiro cordiale un attimo prima di realizzare che voglio morire e ne ho anche tutte le ragioni ma devo farlo comunque sorridendo perché farò il viaggio gomito a gomito con la MEGA CAPA del mio ufficio.

E non sono ancora uscita da Roma, eh.

Road to dreams, road to hell.

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