Buon Natale ma anche meno.

falconaraL’ultima CENADIAUGURI (tuttoattaccato) è finita alle 11 ma è anche stata bellissima e mi ha lasciato il tempo per fare dei bagagli a caso. Non ho idea di cosa ci abbia messo dentro, alla fine e, sicuro come la morte, morirò di freddo perché la differenza di clima con Roma è la prima cosa che mi sono dimenticata di casa.

La sveglia suona alle 7. Io penso che devo fare rassegna stampa e porca vacca non ci avevo pensato!

L’intercity delle 9.35 alle 9.15 è già sul binario ad aspettarmi. Aspetta me e tutti gli altri passeggeri delle carrozze 4, 5, 6 e 7 perché le porte sono bloccate e nessuno viene ad aprirle. Il capotreno ha un tablet e mi ridacchia contro quando gli chiedo di aprirmi il treno. Lo strozzerei volentieri.
A dire il vero, ora non so come scenderò a fine corsa.

Raggiungo il mio posto solo dopo aver aiutato con il bagaglio un vecchino lentissimo e debolissimo.

A fianco a me una signora che mi sembra sudamericana. Biondo platino, frangetta e occhiali da sole. Ci impiega un tempo infinito a mettere in ordine il suo set di valige fiorato e a sedersi nel suo posto, liberando il mio. È anche scocciata.

Quando cominciano le gallerie inizia a telefonare a volumi imbarazzanti a poveri malcapitati che non la sentono perché “ora ci sono le gallerie, escusame!“.

Sul tavolino ha appoggiato una borsa con i profili in finta pelle e uno scorcio di Parigi acquerellato su entrambi i lati. Con tanto di tour eiffel.
Due.
Una per lato.
Sul fondo della borsa, ai piedi di un albero parigino c’è la scritta in corsivo “Y not“, al posto della “o” un cuore coi colori della bandiera francese. Si legge “uai not” che significa “perché no?“.

Dio solo sa quanto vorrei urlarle in faccia PERCHÉ FA CAGARE! con la stessa espressione con cui un terrorista del Bataclan urlerebbe ALLAH AKBAR! prima di sventagliarti a colpi di kalashnikov.
Uguale uguale.

Poi comunque alla costa est ci arrivo, anche se il treno è gelido, la signora mi sgomita nelle costole e nessuno ritiene opportuno abbassare le tendine del finestrino.
Tanto il sole degli Appennini ha questa angolazione particolare, dovuta alla stagione e alla latitudine, tale per cui finisce sempre per puntare con matematica precisione sulla mia faccia.
Anche quest’anno siamo tornate.

Buon Natale, eh.

PS. Però, il mio pelosissimo folletto di Babbo Natale era lì ad aspettarmi.

mira rampa

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