Sanctae Caeciliae

Oggi è il 22 novembre, Santa Cecilia. Sarebbe il mio onomastico. Non ho mai pensato granchè a cosa volesse dire festeggiare l’onomastico. Mi chiamo così nonostante la cacofonia con il cognome, semplicemente per lo sconfinato amore di mia mamma per la musicalità di questo nome. Musicalità appunto. Santa Cecilia è la patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti.

L’anno scorso sono tornata a Trastevere con degli amici, dopo qualche anno. Trastevere è uno di quei posti che devono essere stati magici, prima che i romani pensassero di poterci fare i soldi. è il cuore pulsante di Roma: stradine, terrazzini e ogni tanto una piazza su cui si affaccia una chiesa. Tra le più famose c’è la Basilica di Santa Cecilia. C’ero già stata ma non avevo colto che quella fosse la chiesa che ospita le spoglie della Santa. Lo riperto, non sono una fervente cattolica e non so nulla della vita dei Santi. Il culto di Cecilia però, mi ha incuriosita e in fin dei conti catturata.
Non m’interessa quanto ci sia di vero nella storia di questa Santa, probilmente pochissimo. Mi piace la simbologia e la potenza che questo culto porta con se: è una figura meravigliosamente poetica.
Cecilia era una patrizia romana, una donna nobile e benestante convertitasi al cristianesimo. Si sposò con un uomo altrettanto ricco e nobile che lei stessa convertì al cristianesimo e fece battezzare.
Se vedessimo il cristianesimo come un’ideologia, come una convinzione politica, forse riusciremmo a capire quanto di potente ci sia in questa storia. Nell’antica Roma i patrizi erano coloro che avevano un minimo di cultura, non certo la povera gente. Gli unici che sfuggivano alla superstizione. Ciononostante Cecilia non rinunciò mai alla sua fede, sebbene sapesse che le sarebbe valsa la morte per volere della legge. Non basta. Suo marito venne arrestato perchè dava sepoltura ai cristiana, cosa vietata, e convertì la guardia che lo aveva arrestato. Entrambi vennero uccisi a seguito di atroci torture. Ci rendiamo conto? La guardia che passa dalla parte dell’arrestato e che alla fine muore con lui? Cavolo, questa è una storia rivoluzionaria! Questo cristianesimo sì che era figo! E cosa predicava? L’Amore. L’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge divina. Il mutuo soccorso.
La storia di Cecilia conduce ad un martirio, non ha un lieto fine. Fu sorpresa a pregare sulla tomba del marito, incarcerata e condannata alla morte per soffocamento nel bagno di casa sua. E cosa fece lei? Mentre tentavano di annegarla Cecilia cantava inni sacri e non si decideva a morire. Furono costretti a convertirne la pena e venne decapitata. Oltre dodici secoli dopo le sue spoglie vennero rinvenute in conizioni di conservazione straordinarie e ne venne commissionata una statua che le ritraesse, con il capo riverso così come apparivano. La vedete? Sembra che ascolti sempre…

Il fatto non è se questa storia sia vera o meno, il fatto è che questo è uno dei culti più antichi tra tutti i Santi della cristianità. Ed è il culto verso una donna che ha combattuto con tutta la sua forza e con lo splendore del canto coloro che ne osteggiavano la libertà di culto. Ha posto tutta la sua persona a difesa delle sue convinzioni. E l’unica resistenza che ha posto di fronte ai propri carnefici è stata la sua arte: il canto. E il suo culto prosegue nei secoli. Alla fine ha vinto lei.

Ci pensavo oggi, perchè mi piace molto il mio nome e ne vado spasmodicamente fiera.

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