Venere su tutto, nonostante Marte

è che quando i presagi non sono tanto chiari è tutto più difficile. o più facile.

è stato facile azzerare le aspettative, per esempio. “tanto il disco mi ha già stufato” pensavo. mi ero truccata nel bagno dello studio, un attimo prima di sapere che Barbie FotoClick aveva tamponato, che l’IndieDoc era in ritardissimo e che la Zia Rock aveva un biglietto in più rimasto invenduto (e io detesto i biglietti invenduti! sono come il gelato dimenticato fuori dal frigo. come un gran figo che non sa slacciare il reggiseno!).

la sconvolgente verità è che ho mantenuto la calma, senza neppure sforzarmi troppo. è che guidare alle otto di sera su una A14 trafitta da un sole abbagliante che cala drittodritto sui parabrezza delle auto ti inibisce ogni preoccupazione. soprattutto se sul naso hai dei salvifici Annabelle e sotto un portentoso correttore a stuccare il recente moto d’ira del tuo mento purulento. (Stronzo, stronzissimo brufolo! una volta urlatolo allo specchio del bagno mi ero calmata, non prima  di essermi praticamente bevuta un’intero roll-on antimperfezioni, però.)

non ero preoccupata, dicevo. nonostante i presagi ambigui e i rischi presi nell’accostare così tante prime donne su un’unica fila a teatro. la FotoClick stanca e forse non di ottimo umore mi faceva pensare che stessi forzando la mano, che potevo anche mollare la presa. e invece no, un suo sguardo e ho saputo che la mia presa era morbida e delicata, affatto fastidiosa. il sorriso smagliante della biondissima ZiaRock e del suo seguito di bionde un po’ groupie e un po’ mamme ci stava catapultando nella giusta atmosfera. la spumeggiante Indie Doc che si era portata le pailettes e il sorriso ha fatto il resto.

poi quel piccolo teatro che è una coccola per gli occhi e per il cuore e sentirci tutte magicamente amalgamate che dopo i Pisani e il loro show (decisamente perfetto!) la voglia di rimanere insieme ci ha tirate dentro una pizzeria deserta a rimbambire di chiacchiere i due poveri maschietti malcapitati.

e pensi che come druida sei un po’ scarsa, perchè qui di presagi ne avresti dovuti trovare di migliori. che una serata così è come una rara perla di luce, da tenere nelle tasche e stringere forte nei momenti difficili. in questi momenti, per esempio.

[del pensare per tutto il concerto che sarebbe piaciuto da morire anche a lui… ne si riparla, eh.]

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