La grande festa della democrazia

voto seggio

Scendo dal treno che sono le nove passate. È buio ma è ancora caldo. Papà mi aspetta nel piazzale con un sorriso affettuoso e dei pantaloncini sportivi. Carica il bagaglio in macchina e andiamo.

Quando andiamo a votare? – mi chiede.

Il tono è lo stesso di quando il 24 dicembre, a pranzo, passa in rassegna le cose rimaste da fare e chiede “quando apriamo i regali?”. Presuppone che si aprano le agende, una sorta di contrattazione. Ci resta male se non contratto, come un venditore di spezie in un suk.

Continua a leggere