stavo per caderci, davvero. ero lì, sul baratro dell’irreversibile, del rendermi qualcosa che non sono, del lasciarmi andare a qualcosa che non mi appartiene.
perché dal male che mi hai fatto non guarirò facilmente. perché le spine che mi hai fatto crescere non lo so come si tolgono. perché mi fai una rabbia che non sapevo di poter provare.
e così ero ad un passo dallo scrivere cose orrende e lanciartele contro. te le meriteresti tutte e mi avrebbe anche fatto sentire meglio. almeno per un attimo.
ma in fondo lo so che devo rincorrere quella che sono e sempre sarò, quella che passa per frivola ma che finisce sempre per dare lezioni. persino a te, che non sai imparare.
non ho auguri per te, non ho speranze che ti riguardino. non ho nulla da dirti. e per come sono fatta io, è la peggiore delle punizioni.