è ufficiale: parto.
Veramente lo è da quasi un mese, ma in fondo io sono sempre quella dell’ultimo minuto, per cui, visto che parto domani, l’ansia m’è salita TUTTA stanotte.
No, non emigro, non vado a godermela in un altro emisfero (non si sverna a Maggio, vi pare?). Vado al Primavera Sound Festival a Barcellona.
Ora, io non ci do tanto peso perchè in realtà non mi sento mai all’altezza della cosa, ma la verità è che da quasi otto mesi ho uno dei lavori più belli del mondo: scrivo di musica. Lo faccio su un portale che ha tutte le carte in regola e in aggiunta ha delle doti uniche: è fresco, interattivo, ironico… in una parola GIOVANE.
Talmente giovane che io stessa sto ringiovanendo! La faccenda è alquanto strana, ma lasciare il tribunale e darmi alla blogosfera ha sortito l’incredibile effetto di farmi dimostrare 25 anni agli occhi dei più. Aspetto meraviglioso fino a che non ti rimorchiano i ventenni e allora si fa complicato stare lì a spiegare che insomma, sì, esiste quella cosa chiamata età adulta.
Come al solito sto divagando, dicevamo del lavoro che più figo non si può. Visto che tanto ai concerti ci andrei comunque, il capo ha ben pensato di mandarmici lui: più lontano, con l’accredito stampa e con un numero di drink per forza di cose limitato perchè poi dovrò raccontarlo, il chè implica ricordarselo nel dettaglio.
La prima prova da reporter è stata ad Aspettando il Primo Maggio, a Teramo. Una fatica incredibile perchè ero ospite di gente che i drink li colleziona come le figurine Panini e oltretutto il festival non è stato un granchè. E alla fine ho avuto anche il mio bel da fare a giustificare il report, nei giorni a seguire, che pare che la gente non sia felice di sentirsi dire che ha fatto schifo. Ne sono uscita bene, però. Sono ufficialmente pronta per il grande evento.
Primavera Sound Festival: 6 palchi, artisti da tutto il mondo civilizzato, 3 giorni di festival, 12 ore al giorno. Io non solo ci vado aggratis, io ci vado come addetto stampa. Ci ho l’accesso ad un posto che si chiama PRESS LOUNGE, con l’internet a scrocco e le poltrone di pelle umana. (nella mia testa penso ancora che i giornalisti non siano delle bestie nevrotiche come me. Tzè.)
Comunque sia, vista la mia totale ansia da prestazione, sono insonne da due giorni e irrevocabilmente ricaduta nel tunnel dell’organizzazione spasmodica e schizofrenica. Allo stato delle cose abbiamo: unghie smaltate 10, unghie da rismaltare 7; n. 4 liste: roba da stampare, roba da non dimenticare, roba che comperi là, roba che devi tenere a mente; selezione definitiva di n. 7 tshirt, n.2 paia di shorts di jeans (pressochè identici) e n. 1 fuseaux visto mai piovesse; telo mare e costume, visto mai sia bello (sarà bello, ho controllato, olè!).
Oltre a ciò, l’inseparabile notes moleskine (come sono indie!), almeno 4 ipotetiche tabelle di marcia suggeritemi da altrettanti avventori super organizzati e consci (bontà loro!) e una nuova strabiliante app dell’evento, con tanto di notifiche push per l’approsimarsi dei singoli concerti (sta cosa fa paura, lo so).
Ciò detto sono quanto mai impreparata a tutto quel che mi succederà, me ne frego allegramente e vado a braccio, come ho sempre fatto nelle occasioni più importanti della mia vita.
E ovviamente me la tiro a strappo, che c’ho il PRESS PASS, io!
A.N.S.I.A. (come i Justice. grazie di avermela fatta salire ancora!) (e un’unico to-do-listone per me)
Sopravviveremo? 😉