“..e comunque non m’è piaciuta la tua voce. Dovresti tendere, se ce la fai, un po’ di più i muscoli intorno alle labbra. si chiama, sì, insomma… sorridere.“
ci sono giorni in cui mi trovo divelta da un’assenza. mi appare nitida e tangibile. non di qualcuno e nemmeno propriamente di qualcosa. non mi mancano le cose. è l’assenza di un’esistenza. di un’autonoma strada da percorrere sbagliando ogni fottuto passo. come una vita vissuta allo specchio, testimone di vite riflesse, vite altrui, nella foga di non distrarsi dai gesti da emulare. come fossero Verità supreme rinnovate di volta in volta. uno squarcio di dilaniante silenzio e le corde vocali ancora nuove.
“nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore, anche l’amore muove per venirci incontro. E ci salva.“
vorrei iniziare a provarlo, l’amore. magari per quella che c’è dietro lo specchio, chissà com’è?
“Divelta da un’assenza” mi fa intuire che te la facevi con uno di quelli che riparano l’asfalto delle strade.
Per il resto il consiglio l’hai scritto tu stessa nell’incipit: parte tutto da qui ==> 🙂
eh, già! il fascino della tuta arancione mi ha distrutta…
😉 grazie!