vorrei solo capirci qualcosa.
è come una reincarnazione. ero una mina antiuomo e torno nei panni che ho e che conoscevo.
apro gli occhi intorpidita. prendo confidenza con quel che sono, che non lo ricordavo più. conto i superstiti.
puoi non crederci, ma è doloroso vedere che tu non ci sei.
il dolore più grande è che non ho capito quando ti sono esplosa in faccia nè cosa mi abbia innescata.
non ho avuto il modo di spiegare. tu non ti sei spiegato. ho come l’impressione che tu non lo abbia mai fatto ma non dev’essere una scusa per darti la colpa.
hai ragione. era colpa mia che non vedevo quel che invece era palese. avevo bisogno di pensare che tu in fondo mi volessi ancora.
è il mio punto debole, sai? quando sto male torno a cercare un giudice, a pretendere dei voti e delle medaglie. tu eri la mia sfida possibile, eri qualcosa che poteva farmi dimostrare a me stessa e a tutti che valevo qualcosa. perchè io non sapevo più di valere qualcosa, ero totalmente fuori da me, dal mio corpo, dalla mia mente. quella persona consapevole e serena che avevi conosciuto tu, non esisteva più, si era persa.
ora è diverso.
no, non so quanto valgo. è che inizio ad avere il sospetto di dovermelo capire da sola, senza i voti altrui. da qualche parte devo ritrovare quella che ero, perchè mi piaceva.
sono tornata dov’ero 4 anni fà. è bastato un giorno, ora non posso negarlo, un maledetto giorno.
tu hai scelto di ignorarmi e mi hai ferita nel profondo.
non significa che non sappia capire perchè lo hai fatto. magari potevi spiegarmelo…
ho scelto di cancellarti, perchè piangevo a leggere le tue parole, perchè mi sembravi spietato e mi ferivi. perchè scegliere l’indifferenza è quanto di più lontano da ciò che io definisco voler bene. davvero potevi spiegarmi.
il resto è una tua scelta.
non sarà mia. non sarò io ad evitarti. non sarò io a non salutarti. non io ad ignorarti. non voglio esserlo.
io sono quella che si scusa.