la lancetta ha fatto il giro

Cioppy ha come l’impressione di essere già stata a milano ed esserne già tornata delusa.un sabato del villaggio all’ennesima potenza.

ho twittato di questo, l’altra notte. un attimo prima di chiudere l’infernale macchina che non ha ancora imparato a leggermi nel pensiero e a produrre la mia arte senza che io mi debba in alcun modo affannare.

è che questa gita a Milano mi sta uccidendo. in primis perchè la chiamo fuga e già questo non è che proprio equivalga ad evitarsi stress inutili.

che ci posso fare? è un periodo in cui mi sento dentro una scatola. mia madre dalla clinica a 100 km da qui ha una infinita gamma di ordini da impartirmi. aggiungamo una coppia di muratori da 10 giorni fissi nel corridoio sin dal mattino quando esco dal letto, con motopicco carico e pimpante, pronto a sommergere ogni singolo angolo della casa di una MICROPOLVERE bianchiccia e scivolosa… OH MIO CHER!

a ciò si somma una lunghissima serie di grandi dilemmi interiori che con questa gitarella hanno a che vedere. innanzi tutto c’è il fatto che non è che qui si vada a Milano in villeggiatura. ecco. si va a vedere la Madunina, certo. ma anche no.

è che ci sono momenti in cui il mondo ti urla in faccia una Verità che fino a poco prima non eri assolutamente in grado di sentire. è assurdo, ma capita, giuro. succede che improvvisamente tu ti renda conto che il tuo lavoro non ti rende felice. non perchè ti stressa. non perchè tu non lo sappia fare. no. semplicemente perchè non è quello per cui sei nata. lo puoi fare. lo sai fare. ma non ti rende felice. stop.

ti arriva questa verità lancinante e tu non sai se hai sentito male, che può essere che ci si sbagli, no?  che in fondo eri così convinta, così strenuamente piantata su questa certezza granitica. poi non è che ti arrivi anche la soluzione compresa nel kit, eh. non sia mai che le cose siano semplici!

quindi dubiti. porca miseria se dubiti. e allora, per farti capire che NO, non hai sentito male, iniziano ad arrivarti una serie di indizi “gravi,precisi e concordanti” che finiscono per fare una prova inconfutabile.

quindi sogni di prendere un treno per NY e di dimenticare i bagagli sul treno, perciò anzichè in vacanza sei in una città straniera senza soldi, cellullare nè alloggio e tu non sei preoccupata. sei tranquillissima. sai che ce la farai. ti svegli serena.

poi sogni Pierfrancesco Favino che lascia morire rinchiusa in una cantina la sua amante Monica Bellucci [lo giuro, l’ho davero sognato così, che poi non so perchè, ma sembrava normalissimo…] e lei è lì dietro la porta che bussa e si dispera.

poi leggi un libro consigliatoti dal Guru. un libro di Osho, che tipo a pagina 2 recita qualcosa come “se non ti piace il tuo lavoro, lascialo. fallo subito, non aspettare. non è fatto per te.

prendi paura, tipo. ti spaventi e al contempo ti senti elettrica.

a conclusione del quadretto ci si mette l’amico milanese folle artista dall’animo bambino e sognatore e con cui hai una sintonia scandalosa. dal nulla arriva e ti impone l’amicizia multimediale con uno dei personaggi incontrati al surreale party di capodanno nel suo loft. peccato che il tizio non sappia minimamente chi tu sia. al contrario, a te sovviene un lieve dejavù…

e da lì parte un leggero impalpabile flusso di e-mail formali e terribilmente stuzzicanti, con cui BellaFaccia [perchè ha davvero una bella faccia, di quelle aperte ma non banali, interessante e confidenziale] si svela essere anche una persona piena di lati da scoprire e terribilmente affascinanti. che ti cita Boudelaire anzichè Stevenson con leggerezza, che sa il fatto suo ma non è che sia lì a raccontarlo alla prima venuta, ecco. che però [PERO’] per non saper ne leggere ne scrivere ti lascia il suo numero.

è che poi tutto sto stuzzicare tira fuori la pantera con sopracciglio alzato che è lì latente sotto l’impiegatuccia. e sta qui si muove sinuosa che io non l’ho mai saputo fare neanche per gioco! perciò la tensione si alza, eccheccazzo! fino a che, nel cuore di una nottatta annebbiata dai troppi festeggiamenti, non arriva una mail rivelatrice, in cui BellaFaccia, con leggerezza e grande fascino, risponde alle tue perplessità citando Krishnamurti [!!!] e snocciolando un concetto facile facile: “c’è un’immagine di te di come dovresti essere che finisce per offuscare quello che davvero sei.

terrore e gola secca, mentre mi aggiro per la stanza alla ricerca delle microspie. il giorno dopo apro l’agenda e punto il dito: il 23 a Milano. deciso. intanto si fa [rectius: si cerca di fare] mente locale e ci si guarda intorno. poi magari si prende BellaFaccia per un orecchio e gli si chiede se ci è o ci fà.

e poi ovvio, si va dall’estetista il 20! che tanto, non meniamocela, la pantera se la svegli poi vuol magnà. cioè.

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